mercoledì 28 marzo 2012

Riforma elettorale targata ABC? Cominciamo dalla D, come Donne e Democrazia paritaria

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Il vertice ABC ( Alfano-Bersani-Casini) non ha soltanto riprodotto la cattiva abitudine degli accordi da sottoscala e insultato quel milione e duecentomila cittadini che hanno chiesto a chiare lettere di cambiare in modo trasparente l'attuale legge elettorale.
I tre partiti che sostengono il Governo Monti, che hanno votato le manovre lacrime e sangue e che si apprestano a consegnare alle tecnocrazie finanziarie europee di cui il premier è diretta espressione lo scalpo dell'articolo 18, hanno trovato un'intesa confusa su un'improbabile riforma elettorale, ignorando la principale delle istanze urlate in Piazza del Popolo il 13 febbraio 2011 e in moltre altre occasioni dal movimento delle donne: il diritto alla rappresentanza paritaria nelle istituzioni e nei luoghi decisionali.
Le donne sono oltre il 52% del corpo elettorale a fronte del 20% sul totale degli eletti; sulla pelle delle donne si sono scaricate le manovre finanziarie dei Governi Berlusconi-Monti, con il taglio al welfare locale, il licenziamento di massa nella scuola pubblica, l'allungamento dell'età pensionabile, il blocco delle retribuzioni e del turn over nella Pubblica Amministrazione, la cancellazione della legge contro le dimissioni in bianco.
Noi dell'Italia dei Valori avremmo preferito affidare al referendum la scelta delle italiane e degli italiani sulla nuova legge elettorale.
Ma una cosa la diciamo chiaramente alle forze politiche e al paese: la democrazia paritaria, l'ingresso di più donne nelle assemblee elettive e nei luoghi di governo della cosa pubblica è fondamentale per qualsiasi disussione sulla riforma.
La crisi economica è anche una crisi di genere e le risposte antisociali e recessive messe in campo sono il segno tangibile di una scarsa partecipazione delle donne alla vita politica italiana.
Il futuro governo del paese dovrà porre rimedio all'illegalità diffusa e alla corruzione, ripartire da un nuovo modello di sviluppo basato sul lavoro e sui beni comuni, per creare crescita ed occupazione dentro un sistema di welfare inclusivo e moderno. La democrazia di genere è il presupposto di un'alternativa di governo e di società.

Maurizio Zipponi
Resp. lavoro welfare
Alessandra Tibaldi
Resp. politiche ed economie di genere, pari opportunità

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