venerdì 26 agosto 2011

Proposta al centrosinistra

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Maurizio Zipponi
 Nei giorni scorsi Merkel e Sarkozy, cioè i veri padroni dell’Europa, hanno pensato che sarebbe utile mettere sulle operazioni finanziarie una sorta di Tobin tax. Cameron in Inghilterra ha fatto un’analisi di quello che è accaduto negli scontri a Londra e nelle altre città dividendo in due parti il suo ragionamento. Una parte, diciamo così, sull'ordine pubblico, e l'altra in cui riconosce che è saltata la coesione sociale ed è quindi necessario ricostruire una struttura sociale unita e solidale. Berlusconi nell’ultima manovra tassa le rendite finanziarie al 20 % (tranne i titoli di stato) e crea una tassa che lui chiama di solidarietà, che preleva il 5% sui redditi sopra i 90 mila euro e il 10 da quelli superiori ai 150 mila euro l'anno per i prossimi 3 anni. A questo punto  sorge una domanda: “ma che sta accadendo?” La risposta è che la destra europea (ma Berlusconi lo tengo da parte, perché non credo che rientri nella categoria “destra europea”) pensa che siamo probabilmente vicini a enormi rotture sociali;  siccome loro al potere ci tengono, e ci tengono davvero, sanno che non conta solo avere tutti i posti chiave nella Banca centrale europea quando sta per saltare per aria il tappo della coesione sociale. Quindi la destra europea si sta ponendo il problema di come mettere un freno a quelle operazioni economico-finanziarie che generano una enorme accumulazione su pochi oligopoli a danno dell'economia reale la cui conseguenza è la perdita del controllo sulle società complesse. Ormai la comunicazione attraverso internet non è più censurabile ed è possibile strutturare movimenti e far girare opinioni a velocità dieci volte superiori rispetto al passato. Per la destra europea moderna si pone dunque il problema di “isolare” gli estremisti del capitalismo selvaggio e distruttivo. Dunque la prima riflessione è che Sarkozy, Merkel e Cameron non sono diventati all'improvviso di sinistra, ma al contrario, stanno ragionando su come la destra possa governare una società così scossa dai conflitti. Quali sono i segnali della rottura della coesione sociale in Europa? Parliamo di alcuni dati comuni: il primo è la rottura con le nuove generazioni, siano esse generazioni intellettualmente preparate, specializzate, professionalizzate o giovani che semplicemente cercano un lavoro e quindi una libertà, un’autonomia, una capacità di crescere. Il secondo sono i licenziamenti di massa che stanno arrivando in tutta Europa; e infine c'è il fatto che la competizione manifatturiera dell'Europa - Germania,  Francia, Italia - con l'India e la Cina non regge più se non si inventano prodotti e servizi ad alto valore aggiunto. Sono questi dati a stimolare la riflessione dei governi di destra. In Italia il governo Berlusconi ha presentato due operazioni per me condivisibili: la tassazione sulle rendite finanziarie e la tassa che io chiamo la “tassa su Montezemolo” (e dei suoi amici del Corriere della Sera), quella tassa progressiva che colpisce i redditi alti, i 90 mila e i 150 mila euro l'anno. Dov'è che si è invece perso Berlusconi? Dov'è che non è destra europea? Nell'aver aggiunto a questi due provvedimenti condivisibili il furore ideologico, nell'essere cioè intervenuto sullo Statuto dei lavoratori, dando quindi di nuovo un segnale negativo proprio a coloro che possono essere i protagonisti dei conflitti.  21 milioni di lavoratori dipendenti protetti dallo statuto dei lavoratori verrebbero colpiti da quelle norme e a 4 milioni di giovani precari verrebbe azzerata ogni speranza di stabilizzazione. Poi c'è il taglio agli enti locali che è clamoroso perché avrebbe conseguenze immediate sui servizi alla persona. Inoltre c'è lo scudo fiscale già fatto e che ora si vuole reiterare, portando il prelievo sui condonati o tout court sugli evasori ad un massimo del 7% quando negli Usa è il 50% e in Inghilterra e in Germania è tra il 40 e il 50%. Quindi Berlusconi cosa fa? Orecchia qualche imput europeo e poi ci mette del suo, ascoltando gli ex socialisti craxiani che lo avevano già fregato nel 2002. Io credo che a settembre ci sarà una importante reazione sul piano sociale, dallo sciopero generale annunciato dalla Cgil, alle azioni di presidio democratico delle piazze da parte della Fiom. L'Idv  sicuramente ci sarà, speriamo che ci siano anche altri. Arrivo al punto finale, è un po’ doloroso ma va detto. Come ha reagito il povero Montezemolo? Ha reagito dicendo evviva Marcegaglia, che ha avuto l'idea di aumentare l'Iva dell’1% e di nuovo l’età pensionabile, come rimedio per sostituire l'insopportabile tassa di solidarietà sui redditi da 90 e 150 mila euro in su. Se teniamo conto che il governo Berlusconi ha già allungato di un anno l’età pensionabile con quelle famose finestre di uscita e se consideriamo la pensione media di 1000 euro al mese, è come se ognuna di queste persone colpite versasse allo stato 17 mila euro (12 mila più i contributi). I pensionati con il governo Berlusconi  hanno già dato più del povero Montezemolo. Però il povero Montezemolo e la povera Marcegaglia dicono Iva e pensioni, per non tirare fuori niente loro e i loro amici. La cosa incredibile è che trovano orecchie sensibili nel centro sinistra. Un centro sinistra che dice: Berlusconi fa schifo, e siamo tutti d’accordo.  Ma lo stesso centro sinistra non è in grado di stare al merito  e di dire  quindi che va bene tassare la rendita finanziaria al 20%, e che va bene anche far pagare più tasse a Montezemolo e alla Marcegaglia; non è in grado di dire che va bene abolire le province, (anzi va male, perché vanno abolite tutte!); non è in grado di dire a Calderoli che doveva abolire 2 o 3 mila enti inutili e ne ha aboliti 9 (scusa, Calderoli, ma ci prendi in giro?). Un centro sinistra che non è in grado di dire va bene che non si tocchino le pensioni e non si tocchi l’Iva,  perché sono i consumi della povera gente. Quello che mi fa venire i brividi è questo mettere tutto insieme e non distinguere. Temo che ciò provochi la confusione tra la persona Berlusconi e le responsabilità che ha e quindi, nell'unico punto politico di cambiamento. Che ci si levi di mezzo Berlusconi per non cambiare assolutamente nulla, cioè per fare in modo che il povero Montezemolo continui ad essere povero come è oggi, non va proprio bene. Quindi per questo secondo me a settembre, alla protesta sociale, va accompagnato un punto di iniziativa politica che noi quindi proponiamo all’opposizione: chiediamo tutti insieme che i provvedimenti sul lavoro ideati dal ministro della disoccupazione Sacconi vengano tolti dalla manovra. Vediamo se il Pd ci sta, e noi ci auguriamo che ci stia, Fassina ha dato un buon segnale. Se il Pd invece seguirà l’Udc nella difesa accorata di tutti i poveri italiani che sono alla corte di Marcegaglia e di Montezemolo, temo molto che Berlusconi, anche attraverso la Lega, riesca a mantenere popolarità. E gli basterà far pagare un po' di più i calciatori per essere molto, molto popolare. Senza che si affrontino così i nodi veri.
(editoriale pubblicato oggi sul settimanale Gli Altri)

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