10 Novembre 2010
FAMIGLIA: BASTA CON LE SPECULAZIONI !
Autore Felice Belisario Felice Belisario
Pur senza grandi aspettative ho seguito con molta attenzione la Conferenza nazionale della famiglia tenutasi a Milano. Il tema interessa particolarmente l’Italia dei Valori perché tutta la nostra politica è proiettata verso un maggior sostegno ai meno abbienti, all’uguaglianza sociale, a un sostegno reale a chi è in difficoltà.
Dico subito che per parlare di famiglia, in questa fase, la scelta imposta a Berlusconi di restare alla larga dalla Conferenza è stata la più ovvia. Non tanto per le contestazioni annunciate nei suoi confronti, ma perché non basta lanciare proclami sul ruolo centrale della famiglia nella società: bisogna sostenere quel che si dice con i fatti ed essere credibili.
E qui rilevo anche una forte criticità della Conferenza. La famiglia è un patrimonio di tutti; da destra a sinistra, tutte le forze politiche, ognuna a suo modo, hanno al centro delle proprie politiche questo tema. Avere come ospiti nella quasi totalità solo esponenti del governo e della maggioranza, significa voler orientare il dibattito in una sola direzione, con il rischio inevitabile di autoassoluzione per il mancato rispetto delle promesse di sostegno alle famiglie.
E a proposito di orientamento prevalente all'interno della Conferenza, non posso non contestare gli interventi di Giovanardi e di Sacconi, anche se rivisti e corretti in corso d'opera. Quando parliamo di famiglia, infatti, non possiamo parlare solo di quella fondata sul matrimonio: rischiamo solo di apparire ipocriti perché trascurare le unioni di fatto, che a volte funzionano meglio di quelle tradizionali, significa non guardare in faccia la realtà della nostra società.
Una società dove tutto è cambiato nel giro di pochi anni, dove quelli che erano i punti fermi e immutabili di una volta si sono invece sfaldati, disgregati. Si è fatta ancora più pesante l'emarginazione nei quartieri periferici delle grandi città, è aumentato il disagio sociale per tanti "nuovi" poveri, si sono intensificati gli episodi di violenza, di ricorso all'alcool e alla droga. E quella che per decenni è stata il punto di riferimento della società, la famiglia, è abbandonata a se stessa, non ha più trovato quelle risorse, finanziarie ma soprattutto di welfare, in grado di sostenerla e di fortificarla.
Forse Giovanardi, Sacconi e gli altri membri del Governo sono ormai tanto abituati a frequentare i palazzi del potere e le ville del piacere da non rendersi conto di come vivono gli italiani oggi. I giovani, i "bamboccioni" di Brunetta, sono obbligati a restare dentro casa ben oltre la soglia dei trent'anni semplicemente perché senza lavoro e mantenuti quindi dal reddito dei genitori o dalla pensione dei nonni. Per questo, ovviamente, non pensano nemmeno lontanamente "a metter su famiglia" limitandosi, nel migliore dei casi, a tentare di convivere finché non avvenga il miracolo del posto di lavoro fisso o, quanto meno, non precario.
Nella stragrande maggioranza delle famiglie, insomma, le condizioni di vita sono peggiorate e ogni nucleo familiare vive problemi nuovi che necessitano di adeguate risposte. Penso anche alla progressiva perdita di potere d’acquisto degli stipendi, alla precarietà del lavoro, ai disoccupati, agli anziani e ai malati. In ogni famiglia c’è almeno uno di questi casi e, nonostante le tante chiacchiere di chi ci governa, le risposte date in questi anni sono state del tutto insufficienti. Anzi, le politiche sociali hanno subito tagli pesantissimi e le risorse sono ormai ridotte al lumicino.
A Milano i rappresentanti del Governo hanno fatto molte belle promesse, destinate però a rimanere tali. Il Governo, o quel che ne resta, è preoccupato solo degli scandali privati del premier e, se proprio si muove in qualche direzione, subisce il ricatto della Lega e vara l’ennesimo pacchetto sicurezza.
Con buona pace delle famiglie in difficoltà che, ormai l'hanno capito, per riavere i servizi di un tempo possono fare in un solo modo: cacciare via questo governo e sostituirlo con un altro capace di far tornare a funzionare la scuola e la sanità pubblica, di trovare le risorse per i necessari sgravi fiscali e di mettere in piedi politiche di rilancio dell’economia che facciano crescere il nostro Paese e riducano la disoccupazione.
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