11 Novembre 2010
Scuola, basta con i trattamenti di favore alla privata
Autore Giovani IDV Giovani IDV
È vergognosa la nota pubblicata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in risposta alle lamentele di organi di stampa vicini alla Chiesa, sui presunti tagli alle scuole paritarie contenuti nella manovra economica attualmente in discussione. Dal Tesoro si apprende che “in riferimento alla notizia pubblicata da alcuni giornali di presunti tagli a carico delle scuole pubbliche non statali si precisa quanto segue: per prassi consolidata, negli anni il finanziamento statale alle scuole non statali (c.d. scuole paritarie) è stato sistematicamente integrato con provvedimenti ad hoc. Sarà così, è già previsto che sia così, anche sul 2011”.
Riteniamo che questo comunicato rappresenti l'ennesimo sfregio alla scuola pubblica, l’abdicazione di una prerogativa inderogabile dello Stato sociale, l’abbandono dello spirito della Costituzione, fondamento della vita pubblica italiana, che il governo Berlusconi continua a dispregiare. E oggi, dopo una lunga serie di scelte economiche dissennate e i micidiali tagli del ministro Gelmini, con questo rinnovato e corposo impegno verso le scuole private, la scuola pubblica, dopo il danno, riceve anche la beffa!
E’ vergognoso il linguaggio rassicurante con il quale il ministro si rivolge a quella parte della stampa cattolica che si lamenta, un atteggiamento che ufficializza senza pudore la presenza di interlocutori privilegiati, al punto che verrebbe da chiedersi se i milioni di cittadini che hanno protestato contro i tagli della Gelmini valgano davvero tanto meno. Ma la domanda è retorica. Tremonti e Berlusconi strizzano l’occhio alle gerarchie vaticane, cercando nel consenso cattolico - ormai lapidato dagli scandali del premier - una stampella per tirare a campare in questa legislatura. Assicurano che non mancherà il vitalizio alle scuole cattoliche, che in Italia rappresentano la stragrande maggioranze delle paritarie.
È uno smacco intollerabile. Non hanno minore dignità e diritto d’essere ascoltati i precari pubblici che protestano per le strade, le madri che nelle scuole pubbliche portano giornalmente il sapone e i rotoli della carta igienica, i bambini che si trovano ammassati in classi con 35 compagni, i ricercatori che continuano a emigrare e gli studenti che, da domani, possono dire addio al 90% delle borse di studio.
Questa per noi è la goccia che fa traboccare il vaso, perché rappresenta chiaramente una strategia politica e ideologica del nostro governo che conduce verso un'istruzione elitaria, di classe e di carattere confessionale, nel totale disinteresse dell'articolo 33 della Costituzione (“enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”).
Riteniamo che, da quando il governo ha dichiarato necessari i primi tagli previsti dalla legge 133/08, ogni singolo euro alle scuole paritarie rappresenti un insostenibile onere per lo Stato, proprio ai sensi dell'articolo 33. Riteniamo, inoltre, che lo Stato debba garantire un'istruzione pubblica laica e di qualità diffusa su tutto il territorio e capace di fornire i mezzi alle persone capaci e ai meritevoli, ai sensi degli articoli 3, 33, 34 della Carta costituzionale. Chiediamo quindi:
1) che i 250 milioni di euro che il Governo intende ripristinare alle paritarie siano immediatamente destinati alla reintegrazione dei precari della scuola pubblica;
2) la revoca dei tagli alle borse di studio e lo STOP assoluto ai finanziamenti alle paritarie prima del ripristino integrale dei tagli effettuati sin dalla 133/08;
3) la ridefinizione chiara dei metodi e delle misure di finanziamento all'istruzione pubblica e privata.
di Rudi Russo
Aderisci alla pagina facebook “SOS ART. 33 – OGNI PARIFICATO SENZA ONERI PER LO STATO!”
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