martedì 15 novembre 2011

Primo, tagliare sprechi e privilegi

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Non saranno lacrime e sangue, ha promesso in presidente del consiglio incaricato Mario Monti, e noi gli vogliamo credere. Ma sacrifici sì, ha aggiunto, quelli saranno necessari e non è difficile prevedere che si tratterà anche si sacrifici pesanti.
Inutile spargere illusioni: quei sacrifici il governo Monti li chiederà a tutti, dunque anche a chi già ne ha fatti troppi. Ma sarebbe letteralmente un’indecenza se prima non costringesse chi al contrario non ne ha mai fatto a dare il buon esempio iniziando dai propri privilegi invece che salvando solo quelli.
Di quelle aree di privilegio e profonda iniquità la politica è una delle prime e delle più odiose proprio perché le stesse persone che con una mano chiedono e impongono sacrifici agli altri, i politici appunto, sono quelli che con l’altra difendono i  loro privilegi. E’ da lì che bisogna partire stavolta, da quei privilegi che il governo Berlusconi ha fatto finta di toccare senza mai farlo davvero.
Non è questione di chiacchiere ma di leggi. Le Province, quelle che tutti dicono di voler abolire tanto parlare costa pochissimo, devono essere eliminate: 110 con 117 capoluoghi, costo secco 13 miliardi e passa di euro ogni anno. Ma non ci sono solo quelle: comunità montane, consorzi di bonifica, circoscrizioni… Se c’è una cosa che in Italia non scarseggia sono gli enti inutili.
Sino all’ultimo questo Parlamento ha difeso le proprie tasche facendo fallire ogni tentativo di togliere i vitalizi ai parlamentari e ai consiglieri regionali e confinando il dimezzamento dei primi e dei secondi in quel regno delle buone intenzioni da realizzarsi l’anno del mai e il mese del poi.
Si potrebbe in fondo intervenire persino sugli emolumenti di senatori e deputati. Non è una vessazione contro i poveri parlamentari. E’ solo che da noi guadagnano circa il doppio che nel Regno unito, e non è che lavorino di più.
Stesso identico discorso per i rimborsi elettorali, cioè per il finanziamento ai partiti camuffato per aggirare la volontà popolare espressa da un referendum, per le auto blu, che da noi si contano a decine migliaia, nel resto del mondo a decine e basta. Ma questa è solo la classica punta emergente dell’iceberg. Se si andasse a controllare il livello raggiunto dalla clientela e dai conseguenti sprechi ovunque, il risultato sarebbe sorprendente.
E’ qui che il governo Monti deve dimostrare da subito la propria grinta: non sfidando la povera gente senza potere ma prendendo di petto i potenti. Se lo farà, sarà partito col piede giusto. In caso contrario non ci metterà molto a finire circondato dallo stesso discredito e dal medesimo rancore che tanti cittadini nutrono ormai per la politica.


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