mercoledì 25 maggio 2011

Nucleare, Di Pietro: governo calpesta Carta. Al voto 12 e 13 giugno

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La redazione IDVBisogna proseguire nella battaglia per cambiare il Paese, facendo tesoro del voto espresso dagli italiani domenica scorsa. Ci sono troppe emergenze da affrontare, a cominciare dall’appuntamento, il 12 e 13 giugno, con i referendum contro il legittimo impedimento, il nucleare e l’acqua pubblica. Gli stessi referendum che il Governo tenta di boicottare, approvando una legge che serve ad abrogare soltanto formalmente il piano per riportare le centrali nucleari nel Paese.
“Il 12 e 13 giugno il Paese è chiamato a dare un voto su acqua, ambiente e legalità: sono tre temi che attengono allo Stato di diritto e non a questo o a quel partito. Invitiamo tutti i cittadini ad andare a votare per liberarsi di questa zavorra dell’illegalità, per dire no al nucleare, alla privatizzazione dell’acqua e al legittimo impedimento”. E’ quanto ha affermato il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, intervenendo oggi alla Camera, in un question time al ministro dello Sviluppo economico sul tema. “Un milione di cittadini – ha proseguito Di Pietro - ha chiesto l’abrogazione sostanziale della legge che prevede la costruzione delle centrali nucleari in Italia. Oggi, invece, voi avete affermato che state approvando una legge per un’abrogazione formale di questa norma e non per un’abrogazione sostanziale”.
Di Pietro ha così ricordato che lo stesso presidente del Consiglio, lo scorso 26 aprile “con la faccia di bronzo che si ritrova, ha affermato che vuole formalmente abrogare questa legge, che prevede il ritorno al nucleare, ma non perché non vuole costruire le centrali nucleari. Berlusconi, infatti,  è convinto – ha continuato - che l’atomo è il futuro per l’Italia e per il mondo e che, se fossimo andati al referendum, il programma nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni”. Per questo, il presidente dell’Italia dei Valori richiama il Parlamento e il Governo al rispetto della Costituzione e dell’istituto della democrazia diretta, che dà ai cittadini la facoltà di promuovere un referendum e decidere se cancellare o meno una legge.
“Il 98% dei sardi domenica scorsa ha detto no al nucleare – ha ricordato Di Pietro - i cittadini italiani hanno voluto un referendum e undici regioni hanno promosso un ricorso presso la Consulta che ha dichiarato incostituzionale quella parte della legge, emanata da voi, che prevedeva la costruzione delle centrali nucleari senza il concerto delle Regioni”.
Si spera, dunque, che il Governo non tolga agli italiani la stessa opportunità concessa ai sardi di esprimere democraticamente il proprio parere su una questione di grande importanza per il nostro ambiente e la nostra salute.


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