Siamo studenti e studentesse che vivono in un paese in cui le regole democratiche vengono continuamente messe in discussione proprio da chi invece dovrebbe difenderle.
Abbiamo difficoltà a riconoscere l’Italia che ogni giorno viene narrata dai tg come qualcosa che ci appartiene, sentiamo forte il peso di un Paese che non ci considera soggetti attivi e pensanti, che si prende beffa del nostro profondo disagio e della nostra condizione di precarietà.
Siamo studenti e studentesse che credono però che esista un paese migliore, che l’Italia non sia fatta soltanto da politici corrotti, imprenditori senza scrupoli, mafia e favoritismi.
Ogni giorno ci impegniamo per cambiare questo Paese, partendo dalle scuole, dalle università e dai luoghi della formazione ed è per questo che per noi 150 anni di unità non sono una questione da poter liquidare con dibattiti sterili, sulla chiusura o apertura delle scuole e dei luoghi di lavoro il 17 marzo, su populiste questioni sulle differenze economiche e culturali tra Nord e Sud.
Crediamo che 150 anni di unità vogliano dire 150 anni di diritti e di democrazia.Siamo quegli studenti che leggono, discutono e conoscono la Costituzione Italiana, che si emozionano quando sentono parlare i padri costituenti e i partigiani che hanno liberato e costruito un paese democratico.
Gli stessi studenti che rabbrividiscono quando la Costituzione viene vista dai partiti e dalle forze politiche come qualcosa da osannare o calpestare a seconda dello schieramento.
Crediamo che la Costituzione sia ciò che dovrebbe garantire le nostre libertà, i nostri diritti, la nostra democrazia.
Assistiamo invece ad un Paese che va alla deriva, guidato da chi vede le leggi come uno strumento per garantire se stessi.
Vogliamo scendere in piazza il 12 marzo come studenti, come giovani, ma soprattutto come cittadini di questo Paese per difendere i diritti, i doveri, i principi e i valori che la nostra Costituzione sancisce e che vorremmo vedere realizzati e non attaccati, smantellati, aggirati.
Scendiamo in piazza perché troppi ad oggi sono i diritti negati, i princìpi non rispettati. E questo si percepisce non in maniera astratta ma concretamente, nelle nostre vite, sulla nostra pelle.
L’Italia è un Paese che dovrebbe garantire l’accesso ai saperi e il diritto allo studio per tutti e tutte, come sancito dall’articolo 34 della Costituzione. Invece viviamo un’Italia abbandonata sé stessa, dove i giovani non hanno un futuro e dove la formazione è considerata una spesa e non una risorsa.
Vogliamo un’Italia che recuperi i valori della sua Costituzione, vogliamo che il nostro Paese riscopra i principi su cui è rinato che per noi studenti sono attuali più che mai.
Rete degli studenti
Unione degli universitari
Questa la decisione assunta oggi a Roma da numerose associazioni e che ha proposto come data orientativa il 12 marzo prossimo". Lo afferma Articolo21 in una nota. "Modi e forme dello svogimento saranno discusse da domani sul sito di Articolo21 e sui siti delle singole associazioni coinvolte. Saranno invitate tutte le forze politiche, associative, culturali, sindacali, a prescindere da qualsiasi logica di schieramento di parte e di partito. Perchè l'unico punto di unificazione è costituito dall'amore per la legalità repubblicana e per la dignità costituzionale".
Allo stesso tempo in questi giorni si stanno svolgendo in tutta Italia centinaia di assemblee ed iniziative per chiedere le dimissioni di Berlusconi, per riportare la dignità e la legalità in Italia. Tra le tante, che vedranno la Rete degli studenti in prima fila, il 5 febbraio a Milano al Palasharp "Dimettiti per un'Italia libera e giusta", iniziativa promossa da Libertà e Giustizia, e il 13 febbraio a Roma per la manifestazione promossa dalle donne firmatarie dell'appello "Se non ora quando?".
Vai al sito del comitato "a difesa della costituzione"
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