domenica 12 dicembre 2010

Centro Riciclo Vedelago. Quattro R per recuperare i rifiuti differenziati
Scritto da Luca Longo
Sabato 11 Dicembre 2010 10:04
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Il Centro Rifiuti Vedelago è una azienda privata che ha investito in tecnologie che permettono di recuperare i rifiuti differenziati che, fino a poco tempo fa, finivano in discarica o incenerimento. Il loro slogan è quello delle quattro “R”: Riciclare, Recuperare, Ridurre, Riutilizzare. L’impianto si occupa di applicare un Trattamento Meccanico Biologico per la differenziazione e la produzione di Materie Prime Secondarie (MPS).

I rifiuti che non hanno le caratteristiche per essere utilizzati come MPS subiscono un trattamento di estrusione, granulazione e riduzione (in particolare la parte umida) dal quale si ottiene un granulato plastico di piccole dimensioni atto ad essere impiegato come materia prima in altre industrie di produzione plastica o cartacea. Attualmente il centro non tratta rifiuti provenienti dalle aziende agricole peché “troppo sporchi”.

Il rifiuto viene differenziato in:

* multimateriale riciclabile (plastica-carta-lattine).
* materiale “secco”, che finiva in discariche ed inceneritori o diventava combustibile CDR.

Quest’ultimo, con il sistema Vedelago, si trasforma in “sabbie sintetiche” per edilizia o materiali plastici. L’impianto, inoltre, non tratta con acque e liquidi speciali la pulizia dei rifiuti.




La diversità con gli altri impianti di riciclaggio è proprio la soluzione alternativa per il trattamento degli scarti provenienti dal selezionatore. Si tratta del 60% del materiale in ingresso (multimateriale), costituito principalmente pellicole plastiche, tetrapack, imballaggi misti carta-alluminio-plastica, comunque denominati “secco”, considerati generalmente come CDR e destinato di solito agli inceneritori. Tali rifiuti sono conferiti all’impianto in questione dove vengono scaldati fino a 160/180 gradi, senza raggiungere la combustione, in modo da sciogliere il materiale plastico per formare una “pasta” che passa attraverso un estrusore e poi raffreddata, asciugata e tritata fino a formare un granulato plastico, inerte quanto la plastica normale. L’impasto in uscita risulta avere un 20% di umidità.

L’impianto è dotato di un camino e produce un inquinamento pari a quello di una fabbrica di plastica. Sono installati dei filtri e le emissioni risultano entro i limiti previsti dalle normative. L’impianto è in grado di produrre 1 tonnellata/h di granulato plastico e tratta circa 24000 tonnellate di rifiuti “secchi” annui.

Il granulato plastico ha evidentemente delle impurità: principalmente carta e alluminio. Per tale granulato si è trovato un mercato e viene venduto a 120€ per tonnellata, per la realizzazione di vari manufatti per l’edilizia, per realizzare sedie e panchine, per la realizzazione di pavimentazione di moduli abitativi. In alcuni casi viene utilizzato misto a nuova plastica, rispettivamente nella misura del 50% e 50%. Il granulato plastico espanso potrebbe essere utilizzato nel cemento alleggerito o comunque al posto dell’argilla espansa.

Alcune cifre:

* L’azienda ha un fatturato annuo di 6 mln di €.
* Da impiego complessivamente a 60 persone.
* Il costo degli impianti è da ritenersi compreso tra i 7 e i 10 mln di €.
* 2 mln € è il prezzo per l’impianto che produce il granulato plastico.

Il Centro di Vedelago, riceve un finanziamento dal CONAI che pesa per il 60% delle entrate.
Il CONAI è il consorzio nazionale degli imballaggi, a cui il Decreto legislativo Ronchi, n.152 del 2006 conferisce il compito di ripartire “tra i produttori e gli utilizzatori il corrispettivo per i maggiori oneri della raccolta differenziata [...] nonché gli oneri per il riciclaggio e per il recupero dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio di raccolta differenziata, in proporzione alla quantità totale, al peso ed alla tipologia del materiale di imballaggio immessi sul mercato nazionale, al netto delle quantità di imballaggi usati riutilizzati nell’anno precedente per ciascuna tipologia di materiale. A tal fine determina e pone a carico dei consorziati, con le modalità individuate dallo statuto, il contributo denominato contributo ambientale CONAI”.

Il CONAI raccoglie i vari consorzi dei produttori e degli utilizzatori degli imballaggi suddivisi per materiale. In particolare il consorzio per le materia plastiche è il COREPLA. Attualmente il contributo previsto dal consorzio Corepla per le aziende che usano imballaggi plastici è di 160 € per tonnellata
(Qui altri materiali).

Problemi e Soluzioni:

- Indifferenziato RSU. Riguarda i rifiuti come scarti plastici in genere, scarti cartacei, spugne da cucina, giocattoli e altri rifiuti domestici. La soluzione prevede che i consorzi pubblici si doteranno di un impianto di trasformazione sabbie del cosiddetto “Secco indifferenziato riciclabile”.

- Pannolini. Sono un problema per l’azienda in quanto non rientrano nella fase di riciclo. Si tratta di migliaia di tonnellate annuali prodotte. La soluzione è stata trovata sperimentando un impianto americano che trasforma i pannolini non riciclabili tramite estrusione in sabbie sintetiche. Si prevedere l’installazione dell’impianto a partire dal 2011 grazie ad un accordo con la Provincia di Treviso.

- Oneri per il Comune. Vengono trattati soprattutto imballaggi. Il sistema funzionerà bene soltanto nei comuni che effettueranno raccolte differenziate di qualità attraverso il metodo “porta a porta”.

Il Centro Riciclo Vedelago lavora con circa 830 aziende, piccole e grandi, dai ristoranti a Intercom, dalle scuole a Benetton (che ha sei aziende in provincia Treviso), da Nestlè a Gardaland a Pepsi-Gatorade, dove si recuperano gli scarti di lavorazioni bottiglie plastiche che prima finivano in discarica.



Luca Logo

Responsabile Ambiente Idv Toscana


Created with flickr slideshow from softsea.


Foto: Eduardo Falzone

Video: Federico Dall'Olio


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Cari amici, ma dove siete stati finora? Di Vedelago, ne parlavo nel 2007, quando, invece, il centrosinistra decideva il raddoppio dell'inceneritore di Montale.....

Alessandro Cialdi