sabato 27 novembre 2010

25 Novembre 2010

L’acqua come diritto e non come profitto




Autore La Redazione La Redazione

La delegazione dell’Italia dei Valori al Parlamento europeo ha presentato una “Dichiarazione scritta sulla protezione dell'acqua come bene pubblico”.
L’iniziativa nasce dalla nostra profonda convinzione che l'acqua sia non soltanto un bene comune, ma anche un diritto umano universale. Per questo motivo, la gestione dell’erogazione idrica da parte di un servizio pubblico locale, privo di rilevanza economica, è il fondamento di una buona azione di governo a difesa di questo patrimonio. In nome di tali principi, abbiamo presentato la Dichiarazione scritta, facendoci portavoce delle convinzioni di migliaia di persone che hanno sottoscritto le richieste di referendum depositate in Cassazione, per cercare di evitare la mercificazione di un bene della comunità. L'iniziativa non ha colore politico, né carattere di esclusività per chi l'ha proposta, ma è una battaglia di tutti.
Vogliamo creare un fronte comune per impedire che l’acqua diventi il nuovo "oro blu", oggetto di speculazioni, interessi, giochi di potere e malaffare, perciò abbiamo proposto la Dichiarazione insieme a colleghi di altri gruppi politici (Socialisti, Verdi e Sinistra europea) e stiamo già riscontrando un ampio consenso in tutto il Parlamento.
Il nostro obiettivo è quello di raccogliere un numero di sottoscrizioni pari alla metà più uno degli europarlamentari, affinché questa Dichiarazione diventi un impegno ufficiale del Parlamento europeo e richiami le istituzioni nazionali a intraprendere iniziative concrete sul tema.
Stiamo cercando di sensibilizzare tutti i politici con una campagna fondata sullo slogan “Water for all not for profit”, l'acqua come diritto e non come profitto.

Di seguito potete leggere la “Dichiarazione scritta sulla protezione dell'acqua come bene pubblico”.


Il Parlamento europeo, visto l'articolo 123 del suo Regolamento,
- considerando che le Nazioni Unite hanno riconosciuto il diritto umano universale all'acqua e ai servizi sanitari (risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite A/64/L.63/Rev.1);
- considerando che molti cittadini europei non godono del diritto all'acqua come "un bene comune dell'umanità" (risoluzione del PE P6_TA(2006)0087) a causa della sua privatizzazione e commercializzazione;
- considerando che la privatizzazione ha generato disuguaglianze e esclusioni, e ha portato spesso a impennate del prezzo dell'acqua, a perdite di acqua eccessive, alla sospensione dei servizi idrici e a una gestione irresponsabile, tanto che, in alcuni casi, si è tornati alla gestione pubblica dei servizi;
1. ribadisce che "la gestione delle risorse idriche non deve essere soggetta alle norme del mercato interno" (risoluzione del PE P5_TA(2004)0183);
2. invita le istituzioni UE e gli Stati membri a compiere ogni sforzo per garantire che il diritto all'acqua e ai servizi sanitari sia universale, senza esclusioni;
3. sollecita la Commissione a rivedere la pertinente normativa, in particolare quella relativa agli appalti pubblici e concessioni, in modo da assicurare che la proprietà e la gestione dell'acqua e dei servizi idrici restino pubbliche;
4. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, alle istituzioni dell'UE, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

Giommaria Uggias e Niccolò Rinaldi


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