giovedì 28 ottobre 2010

27 Ottobre 2010
Non raccomandati in rivolta: “Vogliamo il posto che ci spetta”



Autore Gianfranco Mascia Gianfranco Mascia

Questa mattina centinaia di persone hanno partecipato ad una manifestazione davanti a Montecitorio.
Si trattava certamente di “non raccomandati”, altrimenti non li avremmo trovati lì ma al loro posto di lavoro in qualche pubblica amministrazione. Sono, infatti, cittadini che hanno vinto un concorso pubblico, sono risultati idonei a ricoprire determinati incarichi, ma poi non sono mai stati assunti.

Questo è uno dei paradossi dell’Italia di oggi. Mentre il ministro Brunetta continua a riempirsi la bocca con la parola “meritocrazia”, ci sono ben 70.000 persone che hanno superato un concorso pubblico – dimostrando di avere competenze e preparazione – che attendono (inutilmente) di essere legittimamente chiamati ad occupare il loro incarico.

Questi ragazzi e ragazze fanno parte della parte migliore del nostro Paese, quella che s’impegna e studia per migliorarsi, e, se solo fosse data loro l’opportunità, di certo contribuirebbero a rendere più efficienti le nostre amministrazioni pubbliche, dando l’iniezione di produttività tanto auspicata. E’ un loro diritto, sancito dall’art. 97 della nostra Costituzione.

E allora? Allora bisogna che ci diamo tutti da fare per far conoscere questa situazione paradossale, per aiutar loro a diffondere le notizie su questa anomalia tutta italiana.

L’Italia dei Valori si impegna fin da ora a riportare la loro vertenza in Parlamento quanto prima, ribadendo la posizione del partito:

- riconoscimento del giusto valore al merito e alle competenze dei vincitori di concorso;
- annullamento dell’assurdo blocco del turn over nella pubblica amministrazione;
- obbligo per le pubbliche amministrazioni di attingere alla graduatorie dei concorsi pubblici ancora vigenti prima di indire un nuovo concorso;
- regole più chiare e trasparenti per evitare “bandi ad personam” utili solo ad inserire qualche “protetto” nella pubblica amministrazione;
- uniformità della disciplina dei concorsi per evitare che esistano vincitori di serie A e vincitori di serie B, con regolamentazione anche della questione “idonei”;
- protezione delle graduatorie di concorsi già espletati da ulteriori blocchi delle assunzioni.

Questi sono i punti che – come responsabile nazionale IDV della Difesa della Costituzione - mi impegnerò in prima persona a perorare per evitare che la nostra società continui ad essere considerata chiusa e riservata a caste o privilegiati. Perché una società aperta che protegge i diritti è l’antidoto più efficace alle pratiche clientelari e consociative.

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