14 Ottobre 2010
ONORATO DELLA QUERELA DI MASI, DITTATORELLO ALLA RAI PER CONTO DI BERLUSCONI
Autore Felice Belisario Felice Belisario
"Masi e' un prezzolato dipendente del premier, ma pagato con i soldi di tutti noi. Un personaggio che naviga in zone grigie e galleggia in modo insopportabile. E' un pericolo per il servizio pubblico perché tagliare Santoro vuol dire smantellare un programma importante della Rai e comportarsi da dittatorello, al pari del suo editore di riferimento, Berlusconi. Per Masi non vale la professionalità, ma solo lo smisurato lecchinaggio nei confronti del centrodestra".
Per queste parole Mauro Masi ha preannunciato querela nei miei confronti. Va bene così, ne sono onorato. Non solo mi difenderò, ma in tribunale lo attaccherò per il modo fazioso con cui sta gestendo il servizio pubblico che, lo ripeto, non è di proprietà di Berlusconi che lo ha messo lì. Il suo immeritato stipendio lo pagano gli italiani, non gli abitanti dello Zimbabwe.
Tutto nasce dalla vergognosa operazione di oscuramento mediatico operata dal vassallo Masi contro Michele Santoro: dieci giorni di sospensione. Si sa chi l'ha commissionata, perché, e con la complicità di chi. E' strano, quindi, che l'esecutore materiale mi abbia risposto in maniera stizzita. Ho semplicemente ricordato al diretto interessato le sue origini, nonché la natura del suo libro paga.
La democratica interdizione dal palinstesto televisivo per dieci giorni ad Annozero é l'emblema della vigliaccheria alla quale é giunta l'amministrazione Rai.
L'accusa? Il giornalista ha osato inaugurare la prima puntata di Annozero con un pericoloso e palese "richiamo sovversivo". Un'alzata di scudi contro l'attuale governo? Un'accusa maldestra al Presidente del Consiglio? O una fastidiosa polemica contro il mancato rinnovo contrattuale a Travaglio e Vauro? Peggio, molto peggio: un minatorio e allarmante "vaffan...bicchiere" indirizzato nientepopò di meno che a lui, a Masi, in polemica con una circolare censoria sul contraddittorio nei programmi.
Ora, tanto per essere chiari, Santoro sarà anche fazioso ma se c'è una cosa che da lui non manca mai è il contraddittorio, basta analizzare gli ospiti delle prime tre puntate in cui quelli del centrodestra sono stati in numero maggiore rispetto a quelli del centrosinistra: Castelli contro Di Pietro nella prima puntata, Bocchino e La Russa contro Vendola nella seconda. Nella terza addirittura De Magistris da una parte, Santanché in studio (con Belpietro), Angela Napoli dalla Calabria e una lunga intervista, questa sì senza contraddittorio, a Gianfranco Fini. Forse a lamentarsi dovrebbe essere il Pd che nelle prime tre puntate non ha avuto un solo ospite in trasmissione.
Insomma, è davvero strana l'idea di democrazia che hanno i vertici Rai; perché mentre dalle nostre parti la sospensione si definirebbe censura, per il burattino Masi si tratta semplicemente di una vicenda aziendale, che non limiterebbe in alcun modo la libertà di espressione o il diritto di critica.
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