lunedì 6 dicembre 2010

Idv Toscana a Vedelago. Eccellenza in una filiera ben oliata di responsabilità... porta a porta!
Scritto da Ufficio Stampa Idv Toscana
Lunedì 06 Dicembre 2010 09:44
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“Se Vedelago è un modello che funziona, il merito sta tutto nella differenziata. Il porta a porta, in Veneto, è in media all'80%, con punte del 90%”. E' racchiuso tutto in questa frase del responsabile commerciale del Centro Riciclo Vedelago, Cristiano Perin, il senso della visita di Italia dei Valori Toscana all'azienda trevigiana, divenuta un modello in Europa per lo smaltimento di materiali plastici e derivati. Senza un sistema capillare di raccolta porta a porta, senza una rete di aziende o enti pubblici atti allo smistamento e al riciclo dei rifiuti, Vedelago non avrebbe modo di funzionare, di dare impiego, di creare addirittura un utile, abbattendo la quantità di scarti destinati all'incenerimento, caratterizzandosi, allo stesso tempo, come volano di sviluppo e amico dell'ambiente.

È una giornata umida e uggiosa quella che accoglie la nutrita delegazione Idv guidata dal Segretario, Fabio Evangelisti, all'azienda alle porte della cittadina veneta. Nel piazzale antistante l'industria (così la chiama Perin) viene raccolto il “secco” (i rifiuti differenziati), che ricevono una prima selezione e divisione all'esterno, per poi passare al capannone dove, attraverso un processo di ulteriore selezione e successiva fusione a 200 gradi, vengono trasformati in materia prima seconda (plastica granulare), pronta per essere rivenduta e riutilizzata.
Ciò che caratterizza il Centro Riciclo, infatti, e lo rende un unicum nel panorama nazionale, è il riuso, che si aggiunge al riciclo. Il centro (un'azienda di 64 dipendenti, 6 milioni di fatturato all'anno e che può lavorare i rifiuti di un milione e duecentomila persone) riceve le raccolte differenziate dei comuni e delle aziende, fatta eccezione per vetro e lattine (che hanno altre e altrettanto efficaci destinazioni di riciclo) e, naturalmente, la parte umida. Questi rifiuti vengono divisi tra quelli che hanno già un mercato (bottiglie, flaconi...) e i materiali di scarto, che vengono selezionati e riciclati per ottenere materia prima seconda. Si tratta di plastiche miste che in altre realtà vengono portate a discarica o trasformate in Cdr per inceneritore. Ed è qui che risiede il vero valore aggiunto del Centro: si abbatte il materiale destinato a incenerimento per reimmetterlo nel mercato. Il centro, infatti, dopo il riciclo, mette addirittura in moto un'altra filiera che produce manufatti (pavimentazione, schienali e imbottimenti delle sedie, utensili in plastica, pallet per costruzioni antisismiche), con un indotto stimato intorno ai novemila lavoratori.
La visita si conclude all'interno, in una stanza adibita a sala riunioni dove, a fianco di alcune file di sedie, sono esposti i prodotti realizzati con l'utilizzo (totalmente o in parte) della materia prima seconda. Sopra, alla parete, un grande manifesto che illustra il processo di selezione e riciclo del Centro, è dominato dalla scritta “ZERO SCARTO”. “E' un obiettivo – spiega Perin – un'aspirazione e una motivazione quella dei rifiuti zero. Lo scarto, certo, è inevitabile, ma il cosiddetto Sistema Vedelago permette di abbattere radicalmente la quantità di rifiuti di scarto che nel resto d'Italia sono destinati in discarica o agli inceneritori”.
Il sistema, dunque, parte dall'organizzazione del territorio con gli enti pubblici, cui è demandata la raccolta dei rifiuti urbani, e con le aziende che fanno la raccolta differenziata. Il centro non tratta materiale alla rinfusa. Per seguire il percorso Vedelago occorre una raccolta differenziata della frazione se
cca capillare e sistematica.
Servono, dunque, la volontà politica di praticare il porta a porta (“Se lo fanno a Venezia con l'acqua alta, dov'è la difficoltà di farlo in centro a Firenze?” provoca Perin) e un nuovo modo di pensare attivo della cittadinanza. La media dell'80% del Veneto appare ancora lontana anni luce dallo stentato 60% della Toscana (che pure ha punte e realtà di eccellenza, nel senese e a Capannori). Solo con un vero e proprio cambiamento culturale e una ferma volontà politica, quello che oggi si chiama Vedelago, domani potrebbe chiamarsi Montale,
Falascaia, oppure Case Passerini...


Nei prossimi giorni pubblicheremo il report tecnico del Responsabile Ambiente Idv Toscana, Luca Longo, il breve documentario girato in occasione del visita al Centro Riciclo e l'intera documentazione fotografica prodotta.


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Foto di Eduardo Falzone


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